Discussione generale
Data: 
Martedì, 6 Ottobre, 2020
Nome: 
Luca Rizzo Nervo

Grazie, Presidente. Colleghi, signor Ministro, noi abbiamo apprezzato la puntualità e la coerenza delle sue parole, con cui ha voluto, ancora una volta, ribadire una altrettanto coerente strategia che si è sviluppata lungo questi mesi difficili, complessi per il nostro Paese, una strategia informata a un principio di prudenza e di precauzione, una strategia che ha avuto, altresì, però, una continua capacità adattiva rispetto a un contesto in continua e costante evoluzione. Come lei ricordava, questo contesto in evoluzione è anche la situazione che ci troviamo ad affrontare adesso e, verosimilmente, nei prossimi mesi. Io, al di là e a differenza di quello che hanno sostenuto alcuni colleghi lungo questi primi interventi nella discussione generale, credo che la scelta che abbiamo compiuto, come Parlamento, di parlamentarizzare i DPCM, di farli anticipare da una discussione franca, in un reciproco ascolto attivo fra l'Esecutivo e le forze parlamentari, abbia espresso e continui ad esprimere la sua bontà, la sua utilità. Ci serve anche in questo contesto che, lo ripeto, è un contesto sicuramente preoccupante; lei faceva riferimento a un contesto internazionale che ha raggiunto i 35 milioni di contagiati in tutto il mondo, il milione di morti, a dati giornalieri che provengono da Paesi europei, Paesi anche, in molti casi, contigui all'Italia, molto, molto preoccupanti.

L'Italia, in tutto questo, in questo contesto, ha un tasso di contagio notevolmente più basso degli altri Paesi europei; senza eccedere, diciamo, in autocompiacimento, però, io credo che questo non sia un fatto casuale, ma sia anche l'esito di questa strategia che, al netto delle opinioni rispettabilissime di tutti i componenti di questa Assise, si è dimostrata vincente e si è dimostrata efficace a detta anche dell'Organizzazione mondiale della sanità che ha riconosciuto come la strategia italiana sia stata capace di rispondere più efficacemente di altre alla straordinaria complessità di questa situazione inedita. È normale che, invece, altri Paesi che, forse, in altre situazioni, in situazioni precedenti hanno a volte sottovalutato o, forse, ridimensionato la portata dell'evento, oggi, ancora, vivano situazioni di particolare complessità; questo ci dice anche, lo dico anche a fronte del dibattito che si è, non solo questa volta, sviluppato in quest'Aula, circa la tesi che non ci sarebbero i presupposti per prorogare lo stato di emergenza, che – visti i dati epidemiologici di queste settimane, questa crescita che lei richiamava nelle ultime nove settimane e il fatto che sta risalendo l'età media delle persone contagiate, con tutta la pericolosità che questo porta con sé - quindi, ci siano dei presupposti oggettivi nel nostro Paese, ma credo che nel parlare dello stato di emergenza, non si possa non fare riferimento a un contesto globale, pandemico, appunto, dentro il quale siamo inseriti e che, quindi, non consente visioni autarchiche e con occhiali nazionalistici.

Quindi, credo che sia giusto prorogare lo stato di emergenza, credo che sia giusto proseguire in questa strategia, perché è sbagliato pensare di esserne fuori e credo che sia giusto, altresì, contemperare il rigore delle scelte che stiamo facendo e che abbiamo compiuto fin qui con la tenuta di una ripartenza, sapendo che senza la sicurezza, come ha detto lei, senza la tenuta di una sicurezza sanitaria nel nostro Paese non vi sarà alcuna ripartenza.

L'altro dato significativo su cui è bene interrogarsi, anche per ulteriormente precisare le nostre strategie e, anche, giustamente, ribadire una capacità di strategia nazionale rispetto alla pandemia, è che non c'è più una dinamica territoriale. Non stiamo parlando più, solo e tanto, di cluster territoriali ma di una dinamica diventata nazionale e ciò ci interroga, anche sapendo le enormi diseguaglianze di salute, le enormi diseguaglianze nell'offerta dei servizi di salute, pur nel quadro di un unico grande Sistema sanitario nazionale, che attraversano il nostro Paese.

Questo, sicuramente, è motivo di particolare attenzione anche nella declinazione della nostra strategia. Credo sia importante - lo ribadisco, l'ho detto in altre occasioni - costruire una massima condivisione nel prosieguo di questa strategia fra lo Stato, le regioni e le autonomie locali tutte, un livello di coordinamento maggiore e che si esprima anche in termini più evidenti. Credo che per farlo sia necessario uscire da un dibattito asfittico e inutile fra centralismo o autonomia. Noi abbiamo bisogno di costruire una nuova governance fra Stato e regioni per affrontare la pandemia e che sarà utile anche quando, speriamo presto, questa situazione sarà superata. E credo che questa strategia, ripeto, di cautela, di prudenza, di rigore, efficace, che abbiamo messo in campo, sia davvero un dovere di rispetto verso la resistenza e la resilienza che gli italiani hanno messo in campo lungo tutti questi mesi. E credo, altresì, sia giusto contrastare, prevenire possibilmente, i comportamenti irresponsabili che ancora vediamo; certo, spesso salgono agli onori della cronaca più gli atteggiamenti irresponsabili, di quanto non siano molto più diffusi, invece, gli atteggiamenti responsabili e rispettosi degli italiani; ma certamente credo che, anche con le misure ulteriori che vengono immaginate nel prossimo DPCM, si possa contrastare e prevenire comportamenti irresponsabili, perché, ripeto, ne va del rispetto verso lo straordinario sacrificio che gli italiani hanno compiuto.

E credo - lo ha detto lei, Ministro e mi associo alle sue parole - che, se questa strategia ha dato buona prova di sé, è anche per un esito positivo davanti a questo straordinario crash test che ha saputo offrire il nostro Servizio sanitario nazionale, il suo modello universalistico e gratuito delle cure; spesso, anche a proposito, ne segnaliamo i limiti, le diseguaglianze, ma io credo che mai come oggi dovremmo esserne fieri, fieri e ben felici di un sistema che ha queste caratteristiche. E ha funzionato il Servizio sanitario nazionale, ma, al di là delle semplificazioni sul ruolo dei tecnici, io credo che invece abbia anche funzionato la costruzione di un sistema articolato in cui il punto di vista tecnico, fondamentale quando si parla di ragioni di scienza, e la responsabilità politica, centrale e diffusa, degli enti locali, hanno convissuto non solo, ma hanno costruito un sistema che ha avuto una capacità operativa importante. Non possiamo, certamente, sederci sugli allori, bisogna continuare con questa scelta. Bene i tre assi portanti che lei ha richiamato, l'utilizzo corretto delle mascherine, l'estensione anche all'aperto per contrastare degli atteggiamenti irresponsabili che pure abbiamo constatato e questa attenzione anche rispetto a una dinamica di contagio intra-familiare e fra amici, che lei ci segnalava. Quindi bene i tre assi portanti, a cui mi permetto di aggiungere, non dico un altro asse portante, ma un elemento che secondo me va ribadito, e cioè il sostegno e la promozione di una prevenzione vaccinale antinfluenzale, che sarà fondamentale in una fase come quella invernale, in cui appunto convivranno la dinamica epidemica del Coronavirus con le sindromi virali influenzali.

Ecco, io credo che sia importante sostenere con forza la prevenzione vaccinale antinfluenzale e anche verificare, a proposito del rapporto dinamico con le regioni, il tempestivo e adeguato approvvigionamento, da parte delle diverse regioni, delle dosi di vaccino.

Ultima cosa che tengo a sottolineare, in questa fase di discussione generale, è il tema della scuola, che anche lei ha richiamato. È fuori da ogni dubbio che la scuola, la sua ripartenza, la sua ripartenza in sicurezza, sia la sfida di credibilità decisiva per questo Paese. Ad oggi, come lei richiamava, in mezzo a molti messaggeri di sventura la trasmissione del COVID-19 negli studenti e nel personale scolastico è ad oggi molto limitata e i protocolli stanno funzionando, come ha certificato oggi anche l'Istituto superiore di sanità. Su questo occorre, tuttavia, non abbassare la guardia e continuare a prestare cura alla scuola e a questa sua coraggiosa ripartenza. Lei ha giustamente ringraziato gli insegnanti, il personale docente, il personale tutto della scuola; mi permetta di aggiungere a questo elenco un ringraziamento per le famiglie italiane, che hanno sostenuto e accompagnato la ripartenza della scuola, fra molte incertezze, fra molti necessari cambiamenti della già complessa dinamica di conciliazione della vita lavorativa e della vita familiare. E quindi io credo che anche a loro vada un plauso rispetto ad una capacità, anche qui, di resilienza e di accompagnamento delle scelte importanti. E ancora, e concludo davvero, lo ha detto, lo ribadisco, abbiamo bisogno di continuare anche sulla strada dell'aumento dei test diagnostici, del tracciamento; su questo c'è la necessità di rafforzare i presìdi di sanità pubblica delle aziende sanitarie, che stanno facendo un lavoro straordinario, ma su cui c'è necessità di investire, e sicuramente lo si sta facendo già negli ultimi giorni, negli ultimi tempi e anche con dei risultati che lei ha richiamato; ribadire l'importanza e anche insistere e far percepire l'importanza dello strumento di tracciamento telematico dell'App Immuni. Ecco, io credo che intorno a questa strategia, le cose che lei oggi ha ribadito, l'Italia possa certamente e dovrà certamente stare all'erta rispetto alla pericolosità di questo virus, ma abbia gli strumenti, si sia data gli strumenti per affrontare anche questa ulteriore fase complessa.